Oggi abbiamo avuto l’occasione ed il piacere di intervistare il prof. Adriano Piattelli, uno dei massimi esperti nel campo degli impianti dentali e dei biomateriali per la rigenerazione del tessuto osseo, attualmente Professore Straordinario presso la Università Internazionale di Scienze Mediche Unicamillus di Roma.
Domanda Prof. Piattelli, sappiamo che Lei è andato via da poco dall’Università di Chieti-Pescara. Come è cambiata la sua vita professionale e scientifica? Risposta La mia vita professionale e scientifica non è cambiata, anzi continuo ad essere molto attivo con moltissime collaborazioni scientifiche in Italia ed all’estero. La passione per la ricerca continua con lo stesso impegno di sempre.
D Lei Professore è unanimemente riconosciuto come un esperto nel campo degli impianti dentali e dei biomateriali per rigenerazione ossea. R Quest’anno, in estate, saranno 35 anni di attività del nostro Laboratorio presso l’Università di Chieti. Nell’estate del 1988, grazie all’impegno, alla visione ed alla lungimiranza del mio grandissimo Maestro, Prof. Manlio Quaranta, che tanto ha fatto per la Università di Chieti, e non solo, decidemmo di investire una somma rilevante, ottenuta dall’allora Ministero della Istruzione, Università e Ricerca, nella realizzazione di due Laboratori, uno, diretto da me, e che si sarebbe dedicato prevalentemente allo studio degli impianti dentali, dei biomateriali, e del tessuto osseo, con l’utilizzo di una tecnica particolare e molto sofisticata e di resine speciali, tecnica che permetteva la sezione anche dei metalli, senza procedere alla decalcificazione del tessuto osseo. L’altro Laboratorio, diretto dall’amico Prof. Luciano Artese, si sarebbe, invece, occupato di anatomia ed istologia patologica, con l’utilizzo delle tecniche tradizionali in paraffina. Questi due Laboratori hanno prodotto in questi ultimi decenni, più di 900 articoli scientifici.
D Abbiamo saputo, Professore, di un Suo recente interesse per gli impianti sottoperiostei. R Effettivamente è così, mi ritengo un ricercatore curioso sempre attento alle novità che possono essere proposte.
D Potrebbe dirci qualcosa di più su questa tipologia di impianti? R Gli impianti sottoperiostei, inseriti sotto il periostio direttamente sul tessuto osseo, sono stati proposti da Dahl in Svezia nei primi anni ‘40, sono stati in uso in uso negli anni 50 e 60 del secolo scorso. Successivamente sono andati in disuso, per le problematiche legate, soprattutto, ad una notevole e non accettabile percentuale di fallimenti. In quegli anni, la tecnica per fabbricare gli impianti sottoperiostei era molto complessa, era molto difficile ottenere un adattamento preciso dell’impianto al letto osseo, e la tecnica di posizionamento era molto indaginosa e richiedeva una notevole quantità di tempo. La struttura implantare era di grandi dimensioni e necessitava della esecuzione e realizzazione di lembi molto ampi per essere posizionata. La necessità di un doppio intervento chirurgico, il primo per prendere l’impronta della struttura ossea ed il secondo per posizionare l’impianto, certamente avevano un effetto negativo sui processi di guarigione. I materiali, poi, soprattutto cromo-cobalto e vitallium non erano tra i più performanti. Inoltre, le tecniche radiologiche disponibili in quei tempi non permettevano una immagine precisa dell’anatomia della struttura ossea del paziente.
D Cosa è cambiato oggi? R Oggi la situazione è molto cambiata; l’utilizzo di questi impianti può offrire tutta una serie di grandi vantaggi, dalla riduzione dei tempi di trattamento, al poter evitare procedimenti chirurgici particolarmente complessi, alla riduzione dell’onere finanziario per il paziente. Il notevole sviluppo delle conoscenze, con l’ausilio di nuovi hardware e software sempre più sofisticati, hanno permesso la realizzazione estremamente precisa di modelli digitali 3D e la realizzazione di manufatti implantari estremamente precisi ed efficaci. Negli ultimi anni, grazie al notevole sviluppo sia delle nuove tecnologie digitali, CBCT, scanners intraorali, che di materiali, soprattutto metalli molto più performanti, e di tecniche di manifattura e chirurgiche sempre più sofisticate, gli impianti sottoperiostei sono tornati in auge e di moda. La stampa in 3D dei metalli ha permesso una accuratezza sempre più precisa, rispecchiando il disegno originale, durante il processo di realizzazione del manufatto implantare. La osteointegrazione del titanio è un altro fattore estremamente positivo, perché permette la realizzazione di un manufatto protesico di minori dimensioni. Voglio sottolineare che in letteratura è possibile trovare dei lavori molto recenti su questa nuova generazione di impianti sottoperiostei in cui si mette in evidenza che questi impianti non sarebbero associati con segni di riassorbimento osseo, mobilità, infezione oppure frattura della protesi. Sono state riportate anche percentuali di sopravvivenza molto buone. D’altra parte, bisogna tener conto che si tratta di lavori con un numero ancora esiguo di pazienti (circa 10-15), con un brevissimo o breve follow-up, da 6 mesi a pochissimi anni. Sono presenti anche singoli case reports, e tutto lascia sperare che si possano aprire prospettive molto positive in questo campo, basate su un impegno di ricerca molto rigoroso.
D Quali sono le indicazioni ed i possibili vantaggi dell’utilizzo di questi impianti? R Questi impianti possono essere indicati in tutte le condizioni cliniche di grave atrofia della ossa mascellari, soprattutto a livello del mascellare superiore; questi pazienti possono offrire grandi difficoltà per il loro trattamento. Pertanto, diverse tecniche chirurgiche sono state proposte per trattare questi pazienti con gravi atrofie: innesti ossei, tipo inlay/onlay ed impianti endossei, rigenerazione ossea guidata (GBR), tilted implants, impianti zigomatici, impianti pterigo-mascellari, distrazione osteogenetica, splitting della cresta alveolare, rialzo di seno mascellare. Tutte queste tecniche sono molto complesse, devono essere affidate a chirurghi orali ed implantologi esperti, richiedono tempo per la loro realizzazione, indubbie competenze ed un valido supporto di validazione scientifica.
D C’è un tipo particolare di impianto sottoperiosteo che ha risvegliato la Sua curiosità e di cui Le piacerebbe interessarsi? R Certamente. Recentemente, il carissimo amico e collega Alessandro Cipollina, con cui collaboro, con grande piacere e soddisfazione da moltissimi anni, mi ha presentato e fatto conoscere un nuovo tipo di impianto sottoperiosteo, frutto della visione di un imprenditore illuminato della provincia di Agrigento, che si chiama Aldo Corbo. Il dispositivo si chiama Premaxillary Device.
D Che caratteristiche presenta questo nuovo dispositivo, e cosa, soprattutto, ha risvegliato la Sua curiosità ed il Suo interesse? R Questo Premaxillary Device è un dispositivo che nasce proprio per cercare di risolvere alcuni dei problemi descritti in precedenza, in merito alle soluzioni chirurgico-protesiche da attuare in caso di grave atrofia del mascellare ed è, quindi, molto interessante. E’ un dispositivo non customizzato, e questa è una importante novità; si dispone cioè di un dispositivo standardizzato, che si può produrre in misure variabili. Il dispositivo presenta quattro alloggiamenti per impianti di piccole dimensioni (3,2 mm) e di lunghezza massima di 8 mm. Lo spessore della struttura del dispositivo presenta 44 microfori passanti che permettono allo stesso di non fare effetto barriera tra l’osso basale e il periostio sovrastante. Il procedimento chirurgico prevede una minima incisione da canino a canino. I dispositivi si distinguono in “ a carico immediato” con i monconi monolitici senza connessioni da protesizzare subito; ed “ a carico differito” cioè senza monconi ma con alloggiamenti filettati per permette di avvitare in un secondo momento quattro monconi per la protesizzazione.
D Benissimo, Professore, La ringraziamo molto per il tempo che ha voluto dedicarci e per le informazioni che ha voluto fornirci. Restiamo in attesa di ulteriori notizie sulle Sue ricerche su questo nuovo dispositivo. R Grazie a voi del vostro tempo e della vostra gentilezza e cortesia. Sarà certamente mia premura poter tenere aggiornati i colleghi sui risultati con l’utilizzo di questo nuovo dispositivo e di questa nuova tecnica implantologica. Abbiamo già iniziato a raccogliere i dati sui pazienti trattati e speriamo di iniziare ad avere dei risultati preliminari a breve, al fine di sottoporli all’esame approfondito in virtù della ricerca scientifica.